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Immagine del redattoreStudio I.F.P Milano

SEX EDUCATION: una guida all’adolescenza.

di Alberto Milesi


Un ragazzo è, di tutte le bestie selvagge, la più difficile da trattare.

(Platone)


La situazione attuale di emergenza sanitaria mondiale ha messo a nostra disposizione una grande quantità di tempo, e tutti siamo necessariamente chiamati a ripensare come impiegarlo. In molti stiamo cogliendo l’occasione per recuperare tutti quei film che ci siamo ripromessi nel tempo di guardare, e di iniziare tutte le serie tv salvate ne “La mia lista” di Netflix. Per non rischiare però di sprecare ore intere davanti a uno show poco interessante, potrebbe essere utile individuarne qualcuno che ci lasci qualche spunto di riflessione e al tempo stesso ci intrattenga. Tra le alternative, sembra essercene una che possa stimolare la curiosità clinica di professionisti che si occupano di adolescenza, e al contempo possa fornire agli stessi adolescenti una prospettiva interessante da cui guardare le proprie sfide quotidiane.

Sono moltissime le serie tv che negli anni ci hanno parlato di adolescenza, dal successo americano di “Dawson’s Creek” (1998), allo scenario inglese di “Skins” (2007), fino ad approdare alle più recenti prodotte ormai da svariati paesi come l’Italia, con “Baby” (2018) e “Skam” (2018), o la Spagna, con “Élite” (2018).

Ognuna cerca di raccontarci quali siano le particolari sfide che ogni adolescente è chiamato ad affrontare, ma, nel pieno rispetto di queste produzioni televisive, nessuna sembra riuscirci come la serie tv britannica ideata da Laurie Nunn nel 2019, “Sex Education”.

La piattaforma streaming Netflix lancia nel 2019 questa serie che sembrerebbe parlare di un argomento ben specifico: il sesso. Effettivamente già dalla prima scena, si comprende quale sia il tema centrale, che verrà analizzato in moltissime delle sue sfumature; tuttavia la preziosità di questo show risiede proprio nel fatto di analizzare l’adolescenza nella sua totalità.

Scendendo maggiormente nei dettagli, Sex Education narra le vicende di Otis, un adolescente che frequenta una scuola superiore inglese in cui crea un servizio di supporto sessuologico clandestino, figlio di una coppia di famosi sessuologi, ormai divorziati. Attorno a lui compare una serie di personaggi che costruiscono una fitta rete di relazioni, sessuali e non, e ognuno risulta essere il portavoce delle difficoltà che possono emergere in questo momento evolutivo.

In maniera generale, durante l’adolescenza l’individuo subisce numerosi cambiamenti, tra cui quelli a livello cognitivo, corporeo, ormonale ed emotivo. “Grazie a” e “a causa di” questi cambiamenti l’adolescente è quindi chiamato ad affrontare alcuni compiti evolutivi specifici che se superati, porteranno all’ingresso della giovane età adulta; al contrario se non verranno affrontati in maniera sana porteranno ad alcune crisi evolutive o in maniera più grave a forme di psicopatologia.

Tra queste sfide vengono elencate in letteratura:

- la crescente indipendenza dalle figure genitoriali con bisogni di vicinanza più simbolici che fisici;

- la costruzione di un’identità individuale che venga distinta dagli altri;

- l’elaborazione in termini di rappresentazioni mentali di un corpo che cambia e assume determinate funzioni;

- l’emergente pulsionalità sessuale con la conseguenza esplorazione della propria sessualità;


Nel passaggio dall’infanzia all’adolescenza è innegabile il movimento esplorativo presente nell’individuo, anche dovuto a una sempre maggiore indipendenza durante le attività quotidiane. Se il bambino dipende ancora totalmente dai genitori, l’adolescente inizia ad assaporare la propria indipendenza attraverso i primi incontri di gruppo al di fuori della scuola, le prime amicizie importanti e le prime relazioni sentimentali. In questo movimento, le relazioni di attaccamento con le figure genitoriali subiscono un grande cambiamento, sia dalla parte dei genitori che dalla parte dell’adolescente. La coppia genitoriale infatti dovrà fare i conti con una maggiore lontananza dai propri figli, tenendo una vicinanza sempre più simbolica che fisica che viene man mano richiesta dall’adolescente. In Sex Education, Otis non solo deve fare i conti con questa sfida, ma deve anche rapportarsi con il divorzio dei propri genitori. Una volta uscita di scena la figura del padre, si ritrova a vivere con la propria madre questa fase delicata della vita, e vengono mostrati numerosi momenti in cui il loro rapporto vacilla, vedendo entrambi impegnati nel tentativo di ridefinire la loro relazione in termini più maturi e distinti. La famiglia del protagonista però non è l’unica che viene analizzata; sono presenti differenti prospettive e dinamiche che vogliono includere il più ampio numero di scenari che si presentano nelle famiglie di oggi.

Viene, infatti, mostrata la famiglia monoparentale al maschile nel caso di Ola, o l’assenza totale di genitori nel caso di Maeve, fino ad arrivare alle realtà più contemporanee delle famiglie omogenitoriali nel caso di Jackson.

Per ognuna di queste situazioni vengono proposti scenari differenti anche nel tentativo di far arrivare al pubblico adolescenziale della serie un messaggio di normalità e di possibilità di identificazione.

La crescente indipendenza dal nucleo familiare è strettamente interconnessa alla ricerca di un’identità definita e stabile, differenziata da quella dell’altro e che permette all’individuo di progettare il proprio futuro. Per questo motivo durante tale momento evolutivo, è importante per l’individuo poter esprimere le proprie preferenze, i propri gusti, entrando in conflitto con quelli dell’altro e riuscendo a integrare le differenze.

Rispetto al processo identitario, l’adolescente si trova anche a prendere le distanze da alcune posizioni genitoriali, dovendosi differenziare per costruire una propria struttura individuale, spinto dalla curiosità e dal proprio istinto. Inoltre, l’identità viene costruita anche dall’esterno, nella misura in cui la percezione di un individuo da parte degli altri (principalmente i coetanei, ma anche i genitori e gli insegnanti) contribuisce a formare un’etichetta a cui questo può aderire in maniera più o meno forzata.

Nella serie abbiamo due personaggi che sembrano avere delle difficoltà in questo processo: Maeve e Adam. Maeve, ragazza di 16 anni, vive da sola in un campo roulotte e deve provvedere totalmente al proprio sostentamento. Si presenta come la ribelle che veste punk, che non ha amici e a cui non importa di nulla; questa però è solo l’idea che cerca costantemente di trasmettere agli altri. In realtà Maeve è una ragazza molto brillante e appassionata di letteratura, al punto da diventare segretamente l’autrice dei temi assegnati per compito ai suoi compagni. Durante le due stagioni ad ora pubblicate, la ragazza oscilla continuamente tra il volersi abbandonare all’etichetta di ribelle e il prendere in mano la propria vita per ottenere il meglio per sé, dimostrando chi sia veramente. Questa scelta può non essere facile per un adolescente, perché alcune proprie decisioni potrebbero andare in contrasto con ciò che ci è richiesto dall’ambiente, dalla famiglia e dal gruppo dei pari. Ad esempio, Adam, il figlio del preside, ricopre il ruolo di bullo all’interno della scuola, non rispettando nessuna regola e avendo atteggiamenti aggressivi con i suoi compagni. Adam per tutta la serie sente di non potersi permettere di dimostrarsi per quello che è veramente, cioè un ragazzo omosessuale completamente terrorizzato da questa propria parte, che viene negata attraverso una posizione di assoluto machismo.

In tutto questo processo un ruolo fondamentale viene giocato dalle relazioni, sia amicali che sentimentali. Attraverso queste, l’individuo si confronta con differenti aspetti del proprio cambiamento: il corpo e la sessualità. L’adolescente vive in un corpo che è biologicamente in cambiamento, e sperimenta il continuo confronto con i pari e i modelli imposti dalla società. Per questo motivo possono emergere delle difficoltà nel momento in cui il proprio sviluppo non aderisce ai canoni normativi che nella società occidentale impongono degli standard molto alti e competitivi. Nella serie questo tema viene trattato discretamente e in maniera implicita, nella misura in cui viene in diversi momenti suggerita un’accettazione del proprio corpo. Attraverso dunque la presa di coscienza rispetto ai propri cambiamenti corporali, di cui sentono in gran parte l’influenza anche i caratteri sessuali (sia primari che secondari), l’individuo inizia ad entrare in contatto in maniera consapevole con aspetti legati alla propria sessualità. L’adolescente di oggi vive in un mondo in cui i contenuti sessuali nei programmi televisivi e l’utilizzo della pornografia facilitato da internet, permettono di accedere alla vastissima dimensione della sessualità con estrema facilità e precocità. A questo si accompagna la sempre maggiore accettazione delle molteplicità di orientamenti sessuali da parte delle nuove generazioni, che permette all’adolescente di vivere la propria sessualità in maniera più libera. Ciò non esclude però delle difficoltà nell’accesso a quest’ultima, a prescindere dal proprio orientamento, e porta in alcuni casi a delle crisi evolutive e a ritiro sociale. Questo tema è ovviamente fondamentale all’interno di questo show, e in maniera magistrale tenta di toccare quanti più punti possibili che possano offrire uno spunto di riflessione. Proprio a partire dal titolo la serie vuole offrire un’educazione sia a livello “teorico” che “comportamentale”. In alcune scene in cui sono rappresentati rapporti sessuali, viene infatti sottolineata l’importanza del consenso che deve esserci da entrambe le parti, nel totale rispetto di ogni individualità coinvolta. Inoltre, viene esplicitamente fatto riferimento in più occasioni all’importanza di uno corretto utilizzo di metodi contraccettivi e pratiche di prevenzione di malattie sessualmente trasmissibili. In maniera più implicita infine vengono rappresentati differenti orientamenti sessuali, dall’omosessualità, alla bisessualità, al pansessualismo, all’asessualità. Otis svolge per l’intera durata della prima stagione un servizio di supporto sessuologico clandestino all’interno della scuola, offrendoci uno spaccato di come molto spesso l’adolescente utilizzi le relazioni tra pari come strumento per affrontare delle difficoltà. Nonostante siano molto importanti questo tipo di relazioni, ci mette davanti anche alla realtà che in alcuni casi sia necessario parlare con degli adulti o degli specialisti che grazie alla loro maggiore esperienza possono offrire maggiore aiuto nella risoluzione del problema. Questo viene successivamente mostrato nella seconda stagione, quando la madre di Otis, sessuologa professionista, inizia a svolgere un servizio di ascolto psicologico nella scuola; inizialmente la risposta degli studenti sarà di dura diffidenza, che viene poi trasformata in una di grande accoglienza.

Ciò che rimane da questo show è rivolto agli adolescenti che stanno affrontando questa fase di così grande cambiamento e vuole permettere a tutti di identificarsi in qualcuno, per sentirsi meno soli nelle sfide che si è chiamati ad affrontare.

In conclusione, Sex Education grazie alla vastità di temi trattati con delicatezza, rispetto e anche un po’ di ironia, secondo il parere della critica potrebbe dimostrarsi un ottimo strumento per il necessario dialogo con gli adolescenti che ad oggi rappresentano una buona parte del pubblico a cui questo show si rivolge.

Questo potrebbe essere ancora più interessante, tenendo presente il delicato momento storico che stiamo affrontando, all’interno del quale gli adolescenti sono costretti all’astensione della relazione e quindi allontanati dalla possibilità di sperimentare e sperimentarsi attraverso alcuni dei momenti fondamentali del percorso di crescita.

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